CHE COSA VUOL DIRE FARE UN LAVORO CREATIVO?
Sulla creatività si è detto tutto e il contrario di tutto. C’è chi sostiene che, nel momento stesso in cui viene utilizzata per generare un guadagno, la creatività smetta di essere tale. Altri associano la creatività inevitabilmente e inscindibilmente all’idea di “genio e sregolatezza”, disordine e assenza di regole. Diversi pensano che i creativi siano inaffidabili e molto sensibili. E soprattutto c’è chi sostiene che la creatività sia un talento innato, che non si può insegnare e tutto sommato neanche guidare più di tanto. Niente di tutto questo è vero.
Prendere per buone tutte queste affermazioni rischia di impedirci di fare un buon lavoro, quando ci muoviamo in un ambito creativo.
Pensare che la creatività sia innata e dipenda solo dall’ispirazione, per esempio, può spingerci a scrollare le spalle quando non arriva dal nulla l’idea geniale e quindi a non fare del nostro meglio, trovando una comoda scusa. Ma cosa vuol dire “fare del proprio meglio”, quando si parla di creatività?
Attrai più clienti per il tuo food truck, grazie ai proximity beacon
Proximity marketing e cibo: due realtà che si studiano a distanza, con un po’ di diffidenza e occasionali momenti di entusiasmo. Il comparto alimentare sta scoprendo le meraviglie del marketing geolocalizzato e sperimentando con diverse tecniche promozionali, adatte a contesti diversi. C’è però una categoria che può trarre davvero benefici enormi da questa tipologia di marketing: i food truck – anche nelle loro declinazioni più modaiole. Per esempio, se un brand decide di lanciare un tour promozionale stagionale per l’introduzione sul mercato di un nuovo prodotto, abbinare a questa iniziativa l’uso dei beacon può essere la chiave per un successo senza precedenti.
Comunicare con le emozioni? Oggi nella moda è fondamentale
Quando, nell’adolescenza, ognuno di noi comincia a porsi domande sulla propria identità e a delineare la propria presenza nel mondo, i primi accenni di una personalità consapevole si esprimono immancabilmente attraverso l’abbigliamento. È impossibile scindere moda e identità: dal modo in cui una persona è vestita, possiamo dedurre moltissime cose sulla sua vita e sul suo carattere, prima ancora di aver stabilito una pur minima interazione. Volendo essere precisi, gli abiti non ci rivelano necessariamente molto su ciò che una persona è, ma ci dicono tutto su ciò che vuole essere. Allo stesso modo, tutti siamo consapevoli di come il nostro abbigliamento sia il biglietto da visita che presentiamo al mondo. Nella moda si riflettono aspirazioni e desideri e, quindi, emozioni. Il marketing della moda è, insieme a quello alimentare, il più sfacciatamente emotivo. I brand di successo raramente si promuovono “vendendo” vestiti o accessori. Una buona campagna di marketing per la moda avrà sempre al centro le emozioni.
Il mercato della cannabis sta cambiando! Ecco tre nuovi tipi di consumatori
Le nuove leggi sulla produzione, vendita e distribuzione di prodotti basati sulla cannabis hanno portato un cambiamento epocale all’interno di questo mercato. Nel giro di pochi anni, la cannabis è passata da sostanza proibita ovunque, tranne che in pochissimi paesi, a prodotto vendibile nella maggior parte d’Europa, negli USA e in Canada, pur con differenze relative agli usi. Questa situazione ha creato certamente un gran fermento fra gli organizzatori, ma ad aver perso davvero la testa sono i marketer, che si trovano davanti a una situazione più unica che rara: la costruzione di un target ancora tutto da definire e da differenziare. Chi è il consumatore di canapa? Quanti tipi di consumatore di canapa esistono? Che caratteristiche ha la“buyer persona” di un prodotto basato sulla cannabis? Questo è il momento di essere creativi e di analizzare un mercato in piena esplosione.
Come colpire le emozioni del target nel Trade Marketing? Cisco ci è riuscita con questa campagna.
Ha senso puntare sul marketing emozionale in ambito B2B? Si può costruire un’identità di brand con una strategia di trade marketing basata su stimoli emotivi, invece che su appelli esclusivamente razionali alla competenza dell’interlocutore? Sono sempre più numerosi coloro che rispondono affermativamente a queste domande. Esistono infatti tecniche di trade marketing che coinvolgono l’interlocutore sul piano emozionale, prima che su quello cognitivo. Queste scelte si basano su una serie di studi che collegano le decisioni d’acquisto a meccanismi radicati nella sfera emotiva e istintiva, più che nelle dinamiche della persuasione. Questo avviene anche in ambiti professionali – anzi, secondo alcune ricerche l’influenza dei processi emotivi e del subconscio nelle decisioni d’acquisto in ambito B2B potrebbe essere addirittura maggiore a quella registrata in ambito B2C. Questo non vuol dire, naturalmente, che le tecniche sperimentate in un contesto si possano traslare semplicemente nell’altro senza alcuna modifica. Il trade marketing emozionale ha le sue regole e i suoi linguaggi, che sono ancora in corso di definizione.
La crescita degli store online non implicano la fine dei negozi tradizionali, ecco perché
Periodicamente si sente dire che l’avvento di una nuova tecnologia digitale eliminerà l’uno o l’altro equivalente “analogico” o tradizionale. Certo, il progresso è un fatto innegabile e noi non ci spostiamo più in calesse o in carrozza, ma altrettanto innegabile è una certa tendenza al sensazionalismo, quando si parla di tecnologia. Si è detto, per esempio, che l’avvento del kindle avrebbe fatto sparire i libri di carta, ma la reazione del mercato è stata la produzione di edizioni sempre più curate, particolari, con copertine dal valore artistico che rende le copie fisiche oggetti ambiti indipendentemente dal contenuto del libro. Un fenomeno simile si sta verificando con il retail, la cui fine è stata più volte annunciata come conseguenza dell’avvento delle piattaforme di shopping online. Fino a questo momento non solo il tramonto del retail non si è verificato, ma le nuove tecnologie e la distribuzione tradizionale stanno combinandosi in soluzioni che permettono al cliente di vivere un’esperienza di acquisto più completa e gratificante.
Come il digital può migliorare la tua compagnia di assicurazioni
L’evoluzione tecnologica e comunicativa degli ultimi anni ha completamente stravolto il mondo del marketing. Le distinzioni che un tempo potevano sussistere fra piattaforme “ufficiali” o “istituzionali” e canali “giovani” o percepiti come aleatori non esiste più. Non solo le piattaforme digitali hanno oggi la stessa credibilità della carta stampata o della televisione, dal punto di vista del marketing, ma addirittura offrono risultati migliori in termini di ROI e visibilità. Ne consegue che anche quei settori che tendono a preferire la tradizione all’innovazione, come ad esempio il settore assicurativo, trovano maggior convenienza nel marketing digitale che in qualsiasi altra forma di marketing. Uno degli aspetti più importanti di questo genere di promozione, per le compagnie di assicurazioni, è la possibilità di interagire attivamente e continuamente con i clienti, offrendo loro assistenza in caso di necessità e consulenza sui prodotti. Utilizzare correttamente gli strumenti digitali a disposizione dei marketer può aiutare a distinguersi dalla concorrenza.
Le emozioni nella comunicazione dell’industria farmaceutica: è possibile comunicare la scienza tramite l’emozione?
Come si promuove un prodotto la cui qualità e utilità si definisce esclusivamente in termini scientifici? In poche parole, come si crea una campagna marketing di successo per un prodotto farmaceutico? Chi si occupa di promozione lo sa: far passare
Una guida pratica per iniziare ad avviare una campagna di marketing finanziario di successo
Il settore finanziario ha un problema che non si presenta quasi in nessun altro settore commerciale: la disparità di competenza fra chi vende un servizio e chi lo acquista. In pochissimi ambiti capita che chi ha bisogno di usufruire di un servizio abbia così pochi strumenti per valutarne la qualità. Nella maggior parte dei casi si acquistano beni e servizi di cui si comprende più o meno bene il funzionamento (un abito, un viaggio, un elettrodomestico) e gli acquisti più “specializzati” sono riservati a un pubblico di nicchia e competente (strumenti musicali, imbarcazioni, apparecchiature industriali). Quando si tratta di servizi finanziari, tuttavia, ad averne bisogno è spesso il pubblico generale, che non è in grado di comprenderne il funzionamento. A venderli, invece, è una classe altamente specializzata, che raramente riesce a comunicarli correttamente. Questa disparità ha generato forti richiami alla trasparenza e alla semplificazione dei messaggi. Chi si occupa di marketing del settore finanziario, quindi, si trova a dover comunicare con un pubblico desideroso di ricevere informazioni e di comprendere il prodotto, ma che non sempre riesce ad accedere alle giuste fonti. In questa situazione, è essenziale pensare in modo creativo, per ideare strategie di marketing efficaci che sappiano rompere il ciclo di incomunicabilità fra le due parti.
3 modi di usare il marketing esperienziale per promuovere prodotti finanziari
Esistono settori che per il marketing risultano particolarmente ostici. Ogni giovane studente di marketing, prima di iniziare a lavorare, sogna di trovarsi a gestire campagne per brand di moda, tecnologia o cosmetica – tutti argomenti generalmente considerati “sexy” dal punto di vista del marketing. Con questo genere di campagne è possibile lasciar correre la creatività e sperimentare tecniche diverse, legate alla sfera emozionale, come il marketing esperienziale. Chi ha un po’ di esperienza, tuttavia, sa che la creatività si dimostra davvero quando ci si trova alle prese con prodotti ai quali il pubblico non associa naturalmente una risposta emotiva forte. Uno degli esempi più evidenti è quello del settore finanziario, da sempre percepito come “complicato” e difficile da associare a una personalità o a una condizione emotiva. D’altra parte ciò che ci si aspetta da un prodotto finanziario è che sia sicuro, non che sia appassionante o divertente. Questo vuol dire che alla base stessa della comunicazione c’è un concetto che rappresenta una sfida comunicativa. Inoltre questo ambito è soggetto a regole molto rigide che pongono limiti precisi a ciò che si può e non si può dire nella comunicazione. Come possiamo applicare una tecnica ad alto impatto emozionale come il marketing esperienziale a un settore apparentemente arido come quello finanziario? Ci sono diversi modi di affrontare il problema.
Guerrilla marketing senza paure: nella moda puoi permetterti di osare
Il problema principale con cui i marketer si trovano a fare i conti, nell’ambito della moda come in qualunque altro, è il calo drastico della capacità di attenzione del pubblico. Dopo decenni passati ad alzare la barra di ciò che è interessante, diverso e originale, i creativi si trovano a lottare con le unghie e con i denti per qualche prezioso secondo nel quale comunicare un intero messaggio. Il guerrilla marketing, nato per permettere ai piccoli brand di farsi notare con poca spesa, è oggi uno strumento ambitissimo anche dai grandi nomi, per il suo potenziale dirompente che cattura quasi sempre l’attenzione di chi si trova davanti a una campagna ben studiata. Nell’ambito della moda e dell’abbigliamento è possibile trovare soluzioni originalissime e creare eventi ancora capaci di sorprendere e affascinare: basta imparare a pensare fuori dagli schemi. Ecco qualche esempio.
3 esempi essenziali di come usare il marketing non convenzionale per pubblicizzare prodotti finanziari
Scegliere strategie di marketing non convenzionale è un ottimo modo per radicare la brand awareness nel pubblico che si vuole raggiungere. A rendere efficaci gli spot pubblicitari e le campagne di marketing non convenzionali è senza dubbio l’elemento umano. Il
Ecco come la realtà virtuale sta cambiando il marketing turistico
Di realtà virtuale si parla da molti anni, ma le applicazioni pratiche di questa tecnologia sono ancora per lo più tentativi ed esperimenti. Questa tecnologia, tuttavia, non ha ancora preso il sopravvento rispetto ai media tradizionali in nessun settore. Negli ultimi anni, però, la realtà virtuale sta emergendo come trend interessante nel marketing digitale del settore turistico. Addirittura, c’è già chi è pronto a scommettere che il futuro dell’intera industria sarà caratterizzato da caschi e visori. In effetti appare evidente anche ai non addetti ai lavori che la realtà virtuale abbia caratteristiche che si adattano particolarmente bene al marketing del turismo. Gli operatori del settore hanno accolto con entusiasmo la possibilità di offrire al potenziale cliente una realtà immersiva, che permetta di sperimentare una destinazione lontana non solo in forma di foto e video, ma a 360°.
Marketing e farmaci: obiettivo fidelizzazione
Il mercato farmaceutico non è mai stato così competitivo. Non solo i farmaci generici si contendono il primato degli acquisti con quelli dei più noti marchi, ma moltissimi presidi non strettamente medicinali – quelli che si vendono anche nella parafarmacie, per intenderci – si sovrappongono all’interno della stessa categoria. Questi prodotti espandono la propria promozione scoprendo social network, guerrilla marketing e altre tecniche che finora si sono associate assai poco al settore dei farmaci. Nel clima attuale si dà sempre maggiore importanza all’accesso a servizi e farmaci da parte di tutta la popolazione. e si pone spesso l’accento sul livello di stress a cui è sottoposto il servizio sanitario nazionale. Per questo è sempre più frequente che, per i piccoli problemi di tutti i giorni, ci si rivolga alla farmacia anziché al proprio medico. Per i brand, questo è un periodo di grandi incertezze, ma anche di opportunità. Nello specifico, si ha l’opportunità di stringere con il pubblico un rapporto diretto di fiducia, che può essere vitale per la sopravvivenza di un marchio o di un prodotto.
Eventi ed esperienze nel marketing farmaceutico funzionano: mommymile ne è la prova
Quando un settore è fortemente regolato, come avviene per quello farmaceutico, il lavoro del marketer diventa particolarmente delicato. Promuovere prodotti che influiscono sulla salute del pubblico è una grande responsabilità e richiede sempre correttezza assoluta nelle informazioni. Catturare e mantenere l’attenzione del pubblico, quando si parla di un prodotto farmaceutico, può essere molto difficile: in un contesto culturale in cui l’attention span che si dedica alla pubblicità è di pochi secondi per volta, tolti i necessari disclaimer ci si trova spesso a non avere abbastanza tempo per comunicare efficacemente il messaggio. Molti brand internazionali hanno iniziato a sperimentare soluzioni originali a questo problema, per esempio lanciando campagne di marketing esperienziale. Come è possibile rendere un prodotto farmaceutico interessante e perfino divertente, al punto da potervi costruire attorno un’esperienza memorabile per il pubblico? Ecco alcune linee guida da considerare.
2 tecniche innovative per vendere polizze assicurative ai tuoi clienti
Raggiungere nuovi clienti diventa sempre più difficile, non tanto per l’incremento della concorrenza, quanto perché l’attenzione del pubblico è ormai un bene raro e prezioso, ma soprattutto facilmente deperibile. Comunicare un messaggio che lasci veramente il segno è ormai un’impresa anche per i brand più consolidati e per chi propone prodotti unici e originali. Per servizi standardizzati come quelli assicurativi, può sembrare quasi impossibile. Come per il settore bancario, quando si parla di assicurazioni la differenziazione fra i vari servizi è piuttosto ridotta, poiché tutto ciò che viene offerto deve rientrare in una gamma molto ristretta di possibilità. Il marketing esperienziale è una delle tecniche più utili da adottare proprio nei casi in cui i selling point del prodotto non sono sufficienti a costruire un messaggio d’impatto. Uno dei grandi pregi di questa tecnica è che porta il marchio e il cliente a condividere un’esperienza, che di solito implica la compresenza fisica. In questo modo si costruiscono risposte emotive forti e si ha la possibilità di mantenere l’attenzione del cliente per un tempo assai più lungo che non con un semplice spot pubblicitario o con una pagina su un grande quotidiano.
Emozioni e professionalità: la nuova frontiera del trade marketing
Come comunichiamo, quando parliamo con gli addetti ai lavori del nostro settore? E quando invece ci rivolgiamo al pubblico in generale? Le differenze fra marketing B2B – o trade marketing – e B2C sono da rintracciare prevalentemente in due elementi
4 modi per promuovere un prodotto assicurativo usando le emozioni
Quando si pianifica una campagna di marketing per un prodotto assicurativo, lo scopo è quasi sempre generare lead. Si tratta di un percorso complesso, che passa per la definizione di un target specifico, seguita da una serie di iniziative mirate
3 tecniche infallibili per vendere polizze assicurative tramite un’esperienza coinvolgente
Il settore assicurativo è difficile da promuovere. Esistono una serie di pregiudizi in merito, che si collegano a una generale difficoltà di comprendere il sistema e a una diffidenza piuttosto radicata verso i servizi finanziari e assicurativi in generale, percepiti come poco comprensibili. Per contro, la chiave di una buona campagna di marketing nel settore assicurativo sta proprio nel trasmettere un senso di sicurezza e affidabilità. Il modo migliore per aggirare diffidenze e pregiudizi è costruire un dialogo emozionale con il pubblico e, a questo scopo, il marketing esperienziale è uno degli strumenti più efficaci che si possano mettere in campo, poiché avvicina il brand al cliente come nessun altro. Nel caso del settore assicurativo, inoltre, questa tecnica presenta anche altri vantaggi specifici. Il marketing esperienziale non è altro che la sistematizzazione di una pratica che i nostri nonni e bisnonni trovavano perfettamente normale: provare un prodotto per decidere se acquistarlo. L’esperienza diretta permetteva di fidarsi del proprio giudizio e dava fiducia tanto al venditore quanto all’acquirente, unendoli in un momento di vicinanza fisica e psicologica. Naturalmente “provare il prodotto” non è possibile nel caso delle assicurazioni, ma quello che si cerca di ricreare è proprio il senso di fiducia, di controllo e di autenticità che spesso il marketing tradizionale manda in frantumi.
Guerrilla marketing per promuovere… l’inverno! L’esempio di una città canadese
Il marketing territoriale è una pratica sempre più popolare nell’industria turistica, ma anche nelle strategie di “rebranding” locale che le pubbliche amministrazioni mettono in atto, allo scopo di rilanciare determinati aspetti delle economie locali. A cosa serve il territorial marketing? In parole povere, a praticare operazioni di vero e proprio “branding” identitario su determinate aree geografiche. Gli scopi possono essere molteplici: incrementare il turismo, attrarre investimenti, incentivare pratiche virtuose da parte della popolazione o rilanciare una determinata area come polo studentesco, industriale o culturale. Uno degli esempi più noti di marketing territoriale in Europa è la campagna “Sei Berlin” (ovvero “sii Berlino”), messa in atto dall’amministrazione autonoma della capitale Tedesca, per sottolinearne il ruolo di polo d’attrazione di creativi, turisti e startupper, e anche lo spirito libero e anticonvenzionale. Quali sono le tecniche migliori per portare avanti una campagna di marketing territoriale? Qualsiasi tecnica può essere impiegata con profitto, naturalmente, ma il guerrilla marketing si sposa particolarmente bene con un tipo di campagna che prevede che il prodotto stesso sia in qualche modo “diffuso” e presente ovunque, nella vita del pubblico.