/ Trade / Guerrilla marketing

Quando si pianifica un budget promozionale, si tende a concentrarsi sul marketing B2C e per alcuni brand questa scelta è indubbiamente sensata. Tuttavia per molte aziende sarebbe altrettanto importante occuparsi di trade marketing, ovvero di promuovere i propri servizi o prodotti a un pubblico di professionisti del proprio settore, e non sempre gli investimenti in questo ambito sono adeguati. Questo è particolarmente vero per quei prodotti che hanno sia un mercato B2C che un mercato B2B. Solo di recente sta prendendo piede anche in Italia la buona abitudine di dedicare la medesima attenzione a entrambi i tipi di promozione, ma capita spesso che il budget sia un ostacolo di non poco conto. Per questo motivo – e anche per la necessità di creare campagne che attirino l’attenzione – diversi brand stanno scoprendo l’efficacia del guerrilla marketing in un contesto B2B. Bisogna tuttavia prestare una particolare attenzione a questo genere di promozione: non sempre le regole che valgono per la promozione al pubblico sono applicabili anche in un ambito di trade marketing. Vediamo insieme alcuni principi importanti ai quali ispirarsi quando si progetta una campagna di guerrilla marketing per il mercato B2B.

Il problema del guerrilla marketing applicato a un contesto B2B ha a che fare con la natura stessa di questo tipo di promozione. La caratteristica principale del guerrilla marketing è quella di cogliere di sorpresa il pubblico, con un effetto dirompente sulla sua quotidianità. Il marketing B2B, tuttavia, difficilmente raggiunge il pubblico in una dimensione “quotidiana”, poiché viene prevalentemente consumato in contesti già inquadrati come professionali e quindi non può mai essere completamente inatteso. Per riuscire a far funzionare questa definizione, quindi, bisogna come minimo renderla più flessibile. I trade show sono un ottimo luogo da cui partire