In & Out: 3 tendenze che stanno cambiando nel marketing
3 Tendenze che stanno cambiando il marketing. Viviamo in tempi interessanti. Da certi punti di vista, anche troppo. Quello che è certo è che chi si trova a occuparsi di marketing oggi, soprattutto se lo fa dai tempi in cui la comunicazione era
Digitalizzazione e Automazione nel B2B
Se pensate all'e-commerce, quali brand vi vengono in mente? La maggior parte delle persone rispondono a questa domanda citando i grandi store B2C o richiamando alla mente esperienze di acquisto personali su specifici siti aziendali. Quasi nessuno penserà mai a un'esperienza
E SE AMAZON FACESSE LO STILISTA?…AH GIA’ FATTO!
Amazon è il brand più aggressivo a livello mondiale. E adesso ha lanciato anche un brand moda uomo. E' In continua espansione e con una capacità fino a questo momento ineguagliata di appropriarsi di nuovi mercati sbaragliando la concorrenza. Questo fatto e
LO SHOPPING AL DETTAGLIO SU APPUNTAMENTO 📝
Come previsto, la seconda ondata di questa pandemia e le relative chiusure e restrizioni stanno sferrando un altro grave colpo alla già compromessa economia italiana. lo shopping al dettaglio su appuntamento può essere una risposta, vediamo come. Sono molti i paesi che
Giorni di Pandemia. Giorni di Marketing. Giorni di Mindfulness. 🤲🏻
Mai come in questo momento abbiamo bisogno di occuparci della nostra serenità individuale e del nostro equilibrio psicologico. Entrambi sono sfidati da eventi globali e problemi personali. Qualsiasi professionista conosce la differenza fra una giornata produttiva, nella quale si riesce a
Aumentare il marketing durante una crisi è fondamentale, ecco una guida su come sfruttare le piattaforme di online marketing.
Mai come in questo periodo stiamo comprendendo il senso del termine “Multi-channel marketing”. In un momento in cui molte delle nostre attività sono ferme, ci ritroviamo a fare il conto di quelle che sono ancora praticabili. Perché in un momento in
Influencer su Pinterest: una risorsa da scoprire
Ve lo ricordate quel tempo lontano in cui il marketing non conosceva gli influencer? In realtà questa è una domanda-trabocchetto: no, non ve lo ricordate quel periodo, perché non è mai esistito. L’influencer altro non è che l’evoluzione del testimonial, che in Italia ricordiamo fin dai primi caroselli. Una personalità in grado di catalizzare ammirazione e stima trasferisce le proprie qualità su un prodotto, “sposandone” la causa. Oggi che Carosello non c’è più e che anche le pubblicità col testimonial in senso classico ci sembrano un po’ appannate, il nuovo mezzo con il quale gli influencer dispiegano tutto il loro potenziale è Pinterest. E, se stai pensando che non avevi mai neppure sentito parlare di influencer su Pinterest, non preoccuparti: sei in ottima compagnia.
Jeff Bezos ha sfidato i centri commerciali, il retail marketing ha risposto così
“I centri commerciali fanno ormai parte del passato” questo ha detto qualche tempo fa Jeff Bezos, CEO di Amazon e uomo più ricco del mondo, in un’intervista a Wired. E c’è da credere che i proprietari delle grandi catene di retail abbiano iniziato a sudare freddo. Quando uno che aveva previsto l’Internet Of Things nel 1999 e l’ascesa dell’e-commerce nel 1995 predice la tua fine, non deve essere una bella giornata. Soprattutto quando i dati sembrano dargli ragione: le stime attuali, negli Stati Uniti, sembrano puntare verso una chiusura di quasi un quarto dei centri commerciali del paese. Nonostante questo, la fine del retail non è una profezia universalmente accettata: c’è anche chi si impegna per creare scenari diversi. Ecco come (e soprattutto perché).
E-commerce: ecco 3 strategie di cui non puoi fare a meno
E-commerce: le strategie di cui non puoi fare a meno La rivoluzione digitale non è più una sorpresa per nessuno, eppure ancora non riusciamo a tenere il passo. Un esempio? L’e-commerce, che è passato in pochi anni da curiosa novità a canale standard per fare acquisti e che oggi, grazie all’evoluzione di nuove tecnologie digitali, cambia volto a un ritmo frenetico. Le più grandi novità degli ultimi anni si sono registrate nel settore degli analytics e nella possibilità di utilizzare i dati per migliorare le vendite, rilanciare brand e conquistare nuovi settori di mercato. O meglio: tutto questo era possibile anche prima – si tratta, ovviamente, di tecniche che il marketing utilizza da decenni – ma negli ultimi anni questi strumenti hanno smesso di essere il privilegio di poche grandissime aziende e sono diventati più semplici, più comuni, alla portata di qualsiasi brand con uno store online. Per questo, oggi parleremo di strategie di digital merchandising, ovvero di come incrementare le vendite di un e-commerce. Ecco alcune tecniche che tutti i brand possono utilizzare per rilanciare il proprio store online.
MROI: quanto vale il marketing?
Quanto costa il marketing? Questa è una domanda che molti di noi si sentono fare dai propri clienti, ma è la domanda sbagliata. La domanda giusta dovrebbe essere: quanto budget ha senso mettere da parte per la mia campagna? Come faccio a individuare un buon rapporto qualità prezzo, un bilanciamento positivo fra quello che spendo in promozione e il MROI (Marketing Return On Investment) che posso registrare in termini di aumento delle vendite? In altre parole, quanto costa un cliente? Il sacro graal del marketing, lo sappiamo, sono i risultati dimostrabili, ovvero la prova che promuoversi correttamente aiuta davvero a crescere. In questo post parleremo appunto di risultati: come si misurano, come si valuta il loro costo, ma soprattutto come si raggiungono.
Perché la tua app non funziona come dovrebbe
La stragrande maggioranza dei brand, in tutti i settori merceologici, hanno un’app. Si è trattato di una “rivoluzione” relativamente silenziosa, ma non diversa da quella che, ormai quasi trent’anni fa, vide le aziende dotarsi in massa dei primi siti web. Le app per smartphone e tablet sono passate in breve tempo dall’essere la stravaganza dei brand più tecnologici all’essere quasi una necessità, uno status symbol, indipendentemente dalla loro utilità oggettiva.
📌 Il problema principale, adesso, è rendere la propria app coinvolgente e fare in modo che produca engagement, favorendo il rapporto del brand con il pubblico 🛒
Non basta, quindi, avere un’app, occorre anche fare in modo che gli utenti sentano il desiderio di utilizzarla il più possibile. Per alcuni prodotti e servizi il passaggio è semplice: pensiamo, ad esempio, alle compagnie aeree che hanno oggettivamente migliorato il servizio permettendo la gestione delle prenotazioni tramite app. Per tutti gli altri, il risultato non è così ovvio né garantito.📌 Come fare a trarre il massimo vantaggio dall’investimento che si è fatto nello sviluppo di un’app? Ecco qualche consiglio pratico 📝
Acquisti di Natale, la rivincita dei piccoli negozi
I trend del mercato sono fonte di continua sorpresa, anche fra chi li analizza e crede di conoscerli alla perfezione. Quello che in pochi si aspettavano, per esempio, era che la maggior parte dei consumatori (quasi l’80%, secondo un sondaggio condotto negli USA) preferisca non effettuare gli acquisti di Natale su Amazon, ma andare a caccia di regali nei piccoli negozi della propria città, preferendo gli indipendenti alle grandi catene, anche quando questo vuol dire spendere di più. Il dato più sorprendente, forse, è che questa statistica include i clienti di servizi come Prime, che spesso si associano alla passione per lo shopping online e possono indurre a credere che questo sia un’alternativa – invece che un’aggiunta – ai tradizionali processi di acquisto.
Fidelizzazione: questi 3 brand di moda hanno trovato la formula giusta
Il mercato della moda, possiamo stare tranquilli, non è in crisi. Una recente ricerca ha stimato che, solo negli USA, si spende per fare shopping circa il 20% del budget annuale non utilizzato per la sussistenza. Tradotto in cifre, questo dato supera i mille miliardi di dollari di fatturato annuo. Per quanto il mercato sia enorme, collocarvisi in modo stabile può essere estremamente difficile: è qui che entrano in gioco i meccanismi di fidelizzazione che fanno la differenza fra una vendita estemporanea e un cliente che acquista ripetutamente e sul quale si può fare affidamento. D’altra parte è ampiamente dimostrato come la fidelizzazione sia la politica più intelligente per i brand: fidelizzare e mantenere un cliente costa fino a sei volte meno rispetto all’acquisirne uno nuovo. Che opzioni di fidelizzazione esistono per i brand di moda? Vediamole insieme.
Il futuro dello shopping? È social! [SI LO SAPPIAMO MA COME FUNZIONA REALMENTE?]
Non è un segreto che le diverse piattaforme siano interessate ad accaparrarsi una percentuale sempre più consistente del tempo (tanto) che trascorriamo online.
Il profilo ideale di un utente, dal punto di vista dei social network, è quello che non lascia quasi mai la piattaforma 🍕 🍟 🛀
Utilizzandola per ricevere notizie e informarsi, per comunicare con i propri cari, per fare nuove amicizie, per condividere momenti della propria vita, per decidere dove trascorrere una serata o andare in vacanza, per commentare i fatti del giorno e, naturalmente, per fare acquisti.
La crescita degli store online non implicano la fine dei negozi tradizionali, ecco perché
Periodicamente si sente dire che l’avvento di una nuova tecnologia digitale eliminerà l’uno o l’altro equivalente “analogico” o tradizionale. Certo, il progresso è un fatto innegabile e noi non ci spostiamo più in calesse o in carrozza, ma altrettanto innegabile è una certa tendenza al sensazionalismo, quando si parla di tecnologia. Si è detto, per esempio, che l’avvento del kindle avrebbe fatto sparire i libri di carta, ma la reazione del mercato è stata la produzione di edizioni sempre più curate, particolari, con copertine dal valore artistico che rende le copie fisiche oggetti ambiti indipendentemente dal contenuto del libro. Un fenomeno simile si sta verificando con il retail, la cui fine è stata più volte annunciata come conseguenza dell’avvento delle piattaforme di shopping online. Fino a questo momento non solo il tramonto del retail non si è verificato, ma le nuove tecnologie e la distribuzione tradizionale stanno combinandosi in soluzioni che permettono al cliente di vivere un’esperienza di acquisto più completa e gratificante.
Un negozio di abbiagliamento al passo con i tempi? Senza magazzino, ma con il bar
Che differenza c’è fra acquistare un capo di abbigliamento online e acquistarlo in un negozio fisico? Fra i fattori più significativi che separano questi due comportamenti c’è la motivazione che spinge all’acquisto. Quando si sceglie di comprare da uno sito di e-commerce, lo si fa perché si desidera quello specifico indumento o accessorio, oppure se ne ha bisogno e non si ha la possibilità di acquistarlo fisicamente - magari perché quella determinata marca non è distribuita nella propria città o perché non si ha il tempo di andare a fare shopping. Quando invece ci si reca fisicamente in un negozio, lo si fa sempre più spesso perché si ricerca quell’esperienza. Quanti di noi penserebbero, dopo una dura giornata di lavoro, di rilassarsi facendo acquisti su Zalando? Eppure è perfettamente normale concedersi un fine settimana di shopping come “premio” dopo un periodo di stress. Recarsi in uno o più negozi, provare indumenti, indossarne più di quanti non se ne vogliano effettivamente comprare, sperimentare look anche se non si ha alcuna intenzione di adottarli: tutte queste azioni sono percepite come esperienze positive, che fanno parte di un generico “prendersi cura di sé”. Ecco come i brand possono trarre il massimo vantaggio da questi comportamenti della clientela.
Come creare una strategia digitale per il tuo brand di abbigliamento
In una giornata di navigazione media, sia sui social che altrove, è facile imbattersi in decine, se non centinaia di ad promossi da brand di moda. Più difficile, a fine giornata, ricordarsi di anche uno solo di questi. Certo, in parte ciò che ci viene mostrato dipende molto dalle nostre impostazioni di navigazione personali, ma chi lavora in questo ambito non può fare a meno di notare come il digital marketing dedicato alla moda si muova in uno spazio saturo, che rende indispensabile una personalità decisa, per farsi notare. Come emergere nel coro sconfinato di voci simili, con una campagna digitale che attiri l’attenzione, che sia memorabile, efficace e anche tracciabile, così da poterne constatare l’efficacia? In questo post esamineremo alcune soluzioni efficaci, particolarmente adatte a chi ha un e-commerce di moda e abbigliamento.
L’esperienza di acquisto perfetta? Si crea con il proximity fashion marketing
La moda è un settore in rapida evoluzione. A cambiare sono tutti gli aspetti dell’industria, dalla categorizzazione dei prodotti fino alla distribuzione. Nell’ambito del retail si registrano alcuni dei cambiamenti più drastici nel mondo della moda. Ogni aspetto dell’esperienza di acquisto è cambiato: da un lato il punto vendita tradizionale deve ora contendersi l’attenzione del pubblico con l’e-commerce, dall’altro, anche lo shopping “instore” presenta un quoziente tecnologico sempre più alto. D’altra parte la tecnologia è ormai così saldamente inserita nella nostra quotidianità che sarebbe impensabile ignorarla in questo contesto. In particolare, i rivenditori di moda hanno adottato entusiasticamente le nuove tecnologie di proximity marketing, come i beacon, che permettono di aumentare le vendite e il traffico all’interno del punto vendita, fornendo servizi al cliente che erano impensabili fino a poco tempo fa. I vantaggi sono facili da intuire: grazie al proximity marketing si ottiene lo stesso livello di personalizzazione del servizio che è possibile sperimentare online. Nello stesso tempo, i brand raccolgono dati importantissimi sulla clientela e le sue abitudini. Naturalmente i risultati migliori si ottengono quando si integra lo shopping con l’uso di app brandizzate che prevedano la creazione di profili.