A chi è rivolto il marketing territoriale? Le risposte variano da campagna a campagna. Si può fare marketing territoriale per i residenti, per rafforzare una certa idea di comunità, oppure per incoraggiare il turismo interno. O ancora lo si può dirigere all’esterno, per attrarre turisti, per stimolare certe categorie a trasferirsi o per attrarre investimenti. Fra tutti i tipi di marketing, quello territoriale è forse quello che risponde meglio alle innovazioni tecnologiche. Qualsiasi strumento arricchisca l’esperienza di un luogo diventerà l’alleato ideale di chi ha bisogno di creare una narrativa che riesca a suscitare emozioni anche a distanza. Il segreto del buon marketing territoriale, in altre parole, è rendere la comunicazione davvero “personale”.
Alla scoperta degli angoli segreti delle città, grazie al proximity marketing
In questo senso, il proximity marketing si adatta in modo particolare a questo tipo di promozione. E non c’è messaggio più personalizzato di quello che raggiunge il cliente tenendo conto del luogo esatto in cui si trova. L’uso più semplice ed efficace della tecnologia beacon in ambito di marketing territoriale consiste nell’inviare messaggi che invitino il turista a scoprire angoli nascosti. In questo modo si promuovono piccole gemme segrete, che non si trovano sui grandi cataloghi turistici e che normalmente vengono ignorate anche da chi si trova a breve distanza. Che cosa distingue questo tipo di operazione da una di marketing tradizionale? In primo luogo la committenza: in questo caso a essere promosso non è un certo esercizio commerciale, ma l’intera località e l’idea stessa che di quella località si vuole dare. E a promuovere non è un singolo operatore, un hotel o un’agenzia di viaggi, ma spesso il comune o la regione, che può investire nello sviluppo di un’app per chi visita la città, il paese o la provincia, allo scopo di facilitare gli spostamenti e fornire informazioni utili.
Marketing territoriale: raccontare i luoghi rendendoli accessibili
Certo, non è che in questo momento le informazioni turistiche scarseggino. Nuovi siti nascono ogni giorno con il solo scopo di scambiarsi e far circolare notizie utili a chi va in vacanza praticamente in qualsiasi angolo del mondo. Esistono tuttavia località più “di nicchia”, meno frequentate dal turismo internazionale, che faticano a farsi conoscere perché vengono percepite come troppo oscure o poco navigabili. Dettagli come la mancanza di segnaletica in altre lingue e la difficoltà di chiedere informazioni possono scoraggiare i visitatori stranieri dall’avventurarsi fuori dalle grandi città e dalle mete più popolari. La possibilità di scaricare un’app di “assistenza” al viaggio e impostare la lingua può rappresentare un ottimo incentivo. All’interno di strutture come musei e monumenti, inoltre, i beacon possono fornire informazioni più articolate, come mappe virtuali e supporti di navigazione, permettendo agli utenti di orientarsi agevolmente in uno spazio che non conoscono.
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Personalizzare l’esperienza dei visitatori
Come inserire tutte queste possibilità tecnologiche all’interno di una campagna di marketing territoriale? L’importante è avere sempre in mente i propri obiettivi. Le informazioni gratuite che si sceglierà di condividere, infatti, contribuiranno a modificare l’immagine che l’utente ha della località in questione. Informazioni sui luoghi più adatti ai bambini, per esempio, farà percepire il territorio come un posto sicuro e accogliente per le famiglie. L’indicazione sul più vicino stadio, invece, tornerà utile ai turisti che accorrono in vista di una manifestazione sportiva. Se ci sono degli hotspot wi-fi, comunicarlo agli utenti vicini tramite un beacon sarà un servizio graditissimo, poiché permette ai turisti di risparmiare sul traffico dati e migliora la loro esperienza del territorio. Una città che accoglie i visitatori con messaggi personalizzati per aiutarli a muoversi in tutta libertà e sicurezza, sicuramente genererà emozioni positive e il desiderio di trattenersi o di ritornare.