Chi può resistere al fascino delle vecchie pubblicità, delle canzoni che ci riportano a momenti passati della nostra vita, o di quei prodotti che sembrano usciti direttamente da un altro tempo?
Per questo il vintage marketing e retromarketing riscuotono un grandissimo successo, richiamando suggestioni e suscitando emozioni che in questo modo tornano attuali. Questo approccio permette al pubblico di accrescere la percezione del valore di un prodotto, un brand o un evento, grazie al potere della nostalgia e di un passato divenuto, magicamente, evergreen.
Vintage Marketing e Retromarketing: il fascino del passato
Un tipico esempio di tutto questo risale a qualche anno fa, quando c’è stato il ritorno delle iconiche Polaroid, fatte rivivere in versione tecnologicamente aggiornata, ma con l’estetica e il sapore inconfondibile degli anni ’80. Non è il solo caso, però.
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Basta ad esempio pensare alla riproposizione del Volkswagen Bulli, il mitico “furgoncino degli hippy”, simbolo indiscusso della libertà e degli anni ’60, oppure alla Ray Ban, che ha rilanciato i suoi famosissimi occhiali a goccia. Esempi di vintage marketing o retromarketing sono anche le bottiglie in vetro reintrodotte dalla Coca Cola o il ritorno delle scarpe Stan Smith, deciso da Adidas. Tutti riferimenti che ci fanno capire quanto potente sia l’effetto della nostalgia sul mercato.
Un approccio di marketing che faccia perno su questo meccanismo, infatti, favorisce connessioni emotive autentiche, incoraggiando le persone a rivivere i momenti più rappresentativi di epoche passate e intrecciando la storia dei singoli brand con tutti i colori della emozioni vissute in un determinato periodo storico.
Quando il passato diventa presente: la campagna #SIGMASUMMER60
Un esempio di vintage marketing più vicino a noi è la campagna #SIGMASUMMER60, creata da Guru Marketing per il Consorzio Europa e Sigma.
Attraverso un’ambientazione curata nel dettaglio e pienamente evocativa del fascino degli anni ’60, l’evento ha offerto ai partecipanti l’esperienza di un vero e proprio salto nel tempo. Dai carretti cocktail tematici al photo booth con il design dell’epoca, tutto ha fatto rivivere uno dei momenti più luminosi dell’Italia del dopoguerra.
L’intrattenimento non è stato da meno, con il cabaret di Gabriele Cirilli, che ha polarizzato l’attenzione del pubblico regalando momenti di pura allegria, mentre ballerini dall’energia contagiosa e musica d’epoca hanno reso l’atmosfera vivace, coinvolgente e deliziosamente vintage.
La promozione dell’evento, inoltre, ha seguito la stessa logica su diversi canali, mostrando sempre la stessa coerenza tematica e risultando quindi perfettamente in linea con lo spirito dell’iniziativa.
Il valore della nostalgia nel marketing
Il successo di campagne come #SIGMASUMMER60 è la prova di quanto potenti possano essere le “suggestioni vintage”. Il facile accesso alla tecnologia e al progresso, infatti, non ha minimamente affievolito il nostro amore per il passato. Al contrario, i cambiamenti rapidi e travolgenti della nostra epoca hanno addirittura accentuato la fascinazione per tempi lontani e percepiti come più facili da vivere, almeno attraverso gli “occhiali rosa” della nostalgia.
Questa fascinazione, inoltre, non riguarda solo le persone che hanno vissuto gli anni riportati in vita dal vintage o retromarketing. Uno degli aspetti più interessanti di questo fenomeno, infatti, è che coinvolge anche le generazioni più giovani e di questo il mercato deve tenere conto.
Persino la Gen Z può trovare accattivante il design senza tempo di un Volkswagen Bulli o il look classico di una bottiglia di Coca-Cola in vetro. Del resto, non stiamo forse parlando di evergreen?
Vintage marketing e retromarketing, insomma, se usati nel modo giusto, possono creare un legame molto forte con il pubblico di riferimento, parlando ai ricordi più belli, dando nuova linfa a un passato diventato iconico e superando in questo modo l’efficacia di molte altre forme di campagna pubblicitaria tradizionale.
Non è solo una questione di stile e design: parliamo di una dinamica che tocca corde profonde e rende il consumatore parte di una storia che va oltre il prodotto.