Avete presente quel compagno di scuola che non studiava mai, usciva tutte le sere e prendeva comunque i voti più alti? Tutti ne abbiamo avuto uno. Ecco, Thom Yorke è così, ma per il marketing. Generazioni di professionisti passano anni a studiare tecniche raffinatissime, a familiarizzare con le nuove piattaforme, a pianificare ogni campagna con precisione millimetrica, com un rigore decisivo ai mondiali. E poi arriva lui, con l’aria di uno capitato lì per caso, e piazza un tiro all’incrocio dei pali che lascia tutti a bocca aperta. Kid A, per esempio, fu il primo album a essere promosso esclusivamente online e In Rainbows il primo a essere offerto con modalità di pagamento “a offerta” da parte dei fan. Che cosa ha fatto il frontman dei Radiohead per attirare l’attenzione sulle sue ultime fatiche da solista? Ha promosso una startup.
Anima Technologies
Facciamo un passo indietro. Dopo una fase dei stallo nella sua carriera solista, Yorke ha registrato due nuovi brani, uno dei quali ha segnato il suo debutto nel mondo della classica contemporanea. A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione, le stazioni della metropolitana di Londra sono state tappezzate di poster che pubblicizzavano una misteriosa startup chiamata Anima Technologies. La curiosa azienda è stata promossa anche tramite annunci sul Dallas Observer e adesivi nelle cabine telefoniche di Milano. Le pubblicità recitavano: “Hai problemi a ricordare i tuoi sogni? Anima conosce bene questo problema. Ti trovi immerso in un mondo surreale in cui puoi fare ciò che vuoi ed essere qualsiasi cosa. Ma poi ti svegli e il sogno svanisce. O forse no? Noi di Anima abbiamo costruito la Fotocamera dei Sogni. Chiamaci per riavere indietro il tuo sogno”. Seguiva il numero di telefono di una hotline da contattare Non c’è da stupirsi che molti abbiano espresso perplessità di fronte a questi annunci e ne abbiano parlato sui social.
Il segreto in una hotline
In molti hanno chiamato il numero della hotline di Anima Technologies, trovandosi ad ascoltare un messaggio registrato che annunciava una forzata chiusura di Anima Technologies per gravi illegalità. Veniva offerta la possibilità di lasciare un messaggio e, in quel contesto, l’utente ascoltava una porzione della traccia inedita “Not the News”. Anima Technologies aveva anche un sito, ma l’unico contenuto disponibile era una pagina che avvertiva del sequestro del sito stesso. Che cosa contenevano questi materiali pubblicitari? La chiave per accedere a un misterioso album solista. Come in una caccia al tesoro, gli utenti dovevano avvicinarsi alla verità un indizio per volta, cercando di trovare la connessione fra i diversi elementi.
Il mezzo È il messaggio
Anche la citazione di McLuhan? Beh, se non ci si può permettere di essere un po’ snob quando si parla del più sofisticato dei musicisti e dei comunicatori, quando lo si può fare? E in questo caso è particolarmente vero: il mezzo che Thom Yorke ha usato per la sua campagna è effettivamente il messaggio. Yorke ha infatti dichiarato che il suo nuovo album sarà ispirato al senso di ansia e alienazione generalizzata che tutti viviamo. E il primo contatto che il pubblico ha avuto con il suo nuovo lavoro è stato un’esperienza alienante e ansiogena: un messaggio telefonico in cui una voce computerizzata annuncia qualcosa di oscuro e inquietante (una non meglio definita “attività illegale”) e invita a lasciare un messaggio dopo il segnale, che però non è un segnale, ma lo sviluppo di un brano elettronico strumentale dai toni ripetitivi e alienanti. L’utente non deve immaginare la musica che potrà acquistare, ma neppure questa gli viene servita comodamente in forma di streaming su Spotify. Per ascoltarla è necessario telefonare, ma al tempo stesso l’interlocutore della presunta telefonata si rende oscuro, non disponibile. Il genio di Thom Yorke, da sempre, è tutto qui: nella capacità di sfuggire sempre, facendosi perennemente inseguire.
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