Happy hour marketing Ottobre 26, 2018

CHE COSA VUOL DIRE FARE UN LAVORO CREATIVO?

Sulla creatività si è detto tutto e il contrario di tutto. C’è chi sostiene che, nel momento stesso in cui viene utilizzata per generare un guadagno, la creatività smetta di essere tale. Altri associano la creatività inevitabilmente e inscindibilmente all’idea di “genio e sregolatezza”, disordine e assenza di regole. Diversi pensano che i creativi siano inaffidabili e molto sensibili. E soprattutto c’è chi sostiene che la creatività sia un talento innato, che non si può insegnare e tutto sommato neanche guidare più di tanto. Niente di tutto questo è vero.

Prendere per buone tutte queste affermazioni rischia di impedirci di fare un buon lavoro, quando ci muoviamo in un ambito creativo.

Pensare che la creatività sia innata e dipenda solo dall’ispirazione, per esempio, può spingerci a scrollare le spalle quando non arriva dal nulla l’idea geniale e quindi a non fare del nostro meglio, trovando una comoda scusa. Ma cosa vuol dire “fare del proprio meglio”, quando si parla di creatività?

 

LA MIA DEFINIZIONE

 

Prima di tutto dobbiamo definire la creatività: non si tratta solo di avere “un’idea”, ma di avere un’idea che sia efficace, brillante e originale. Lasciare al caso tutti questi elementi non è una buona strategia. Anche chi riceve di tanto in tanto qualche “illuminazione”, difficilmente potrà contare su questo genere di colpi di genio in modo regolare, al punto da poterne fare una professione. Bisogna quindi accostarsi alla creatività in modo più scientifico.

La creatività – su questo siamo tutti d’accordo – è una funzione della nostra mente, ovvero del nostro cervello. Questo vuol dire che, esattamente come un muscolo, tutti ne sono provvisti, ma alcuni la usano meglio di altri. Chi ritiene di non usarla con risultati soddisfacenti ha sempre la possibilità di allenarla, per migliorarne le “prestazioni”.

 

COME SI ALLENA LA CREATIVITÀ?

 

Ma come si allena la creatività? Ogni creativo di successo ha la sua ricetta per mantenere una produzione costante e, spesso, si tratta di tecniche molto soggettive.

L’approccio più “scientifico” suggerisce di creare un clima adatto allo sviluppo della creatività stimolando il cervello in modi sempre nuovi. Questo tipo di “allenamento” è quello che molti tendono a rifuggire, perché consiste nel fare, con una certa regolarità, ciò che non ci entusiasma. Ami molto il teatro? Vai allo stadio e guardati intorno per ricevere stimoli da un ambiente che ti è estraneo. Sei abitudinario nelle scelte alimentari? Prova una cucina completamente nuova e corri il rischio che non ti piaccia. Prendi regolarmente i mezzi per tornare a casa? Cambia completamente percorso, mettici un’ora in più del solito e lascia a casa l’iPod. Tutti questi comportamenti, inseriti periodicamente nella routine, aiutano la mente a mantenersi elastica, esposta continuamente a stimoli nuovi e diversi.

 

I METODICI

 

Naturalmente c’è anche chi adotta un approccio molto più metodico, raccogliendo costantemente tutte le suggestioni che possono tornare utili in futuro e creandosi un archivio personale di riferimenti (che cambierà a seconda che il creativo sia, per esempio, un artista visivo, uno scrittore, un copywriter, un musicista e così via). A questo si aggiunge, ovviamente, la capacità di mettersi al lavoro ogni giorno, metodicamente e con ritmi costanti.

C’è poi una varietà di approcci specifici, che dipendono dal tipo di lavoro che si deve compiere. Quando si lavora con le parole, per esempio, si apprendono diverse tecniche per generare immagini suggestive e originali su un determinato tema, che si tratti di scrivere un soggetto televisivo o un payoff breve ed efficace per una pubblicità. Lo stesso avviene quando si crea un logo o si pianifica lo schema visivo di un’intera campagna.

 

IN CONCLUSIONE 

Il modo migliore di stimolare la creatività, tuttavia, è semplicemente circondarsene. Collocarsi in un ambiente creativo, imparare dai migliori, osservare gli altri quando lavorano, lasciarsi ispirare dal modo in cui affrontano i problemi. E magari, una volta maturata una professionalità, diventare l’ispirazione per qualcun altro.

p.s.

Ho scoperto ha un convegno che il termine più in voga dei zillennials è ESKEEEREEEE!

Lo sapevate?… cercate un pò di meme sul web e cercate di capire cosa significa… a me lo ha spiegato mio nipote. IL CREATIVO.

 

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