Torniamo a parlare di content marketing.
Gli strumenti di promozione vanno e vengono, ma il content marketing è destinato a restare un elemento fondamentale del nostro lavoro, perché è portato a evolversi a cambiare, ma difficilmente potrà essere superato. Se si tratta di comunicazione, infatti, prescindere dal contenuto è impossibile.
Oggi voglio occuparmi principalmente di ambito B2B (Ne abbiamo parlato anche qui) e di come una buona strategia di content marketing, focalizzata su obiettivi precisi, possa aumentare la brand awareness e la credibilità del marchio e contribuire alla creazione di un pubblico attento e reattivo.
Gli studi e le ricerche sull’efficacia delle diverse strategie abbondano. I risultati possono essere diversi a seconda della dimensione delle aziende che si prendono in esame e del settore in cui operano. Quello che appare chiaro, tuttavia, è che tutte le strategie più efficaci hanno in comune un elemento: la chiarezza degli obiettivi.
Vale a dire che le campagne di content marketing più efficaci sono quelle precedute da una fase di analisi profonda del target e degli scopi da raggiungere.
Una buona regola da seguire è organizzarle in modo che ogni singolo contenuto prodotto sia orientato al conseguimento di un particolare obiettivo. Pubblicare contenuti “fuori fuoco” semplicemente perché si vuole mantenere un feed costante o per cavalcare un trend o un hashtag di tendenza disperde le energie e diluisce l’efficacia del messaggio.
Contributors ne abbiamo?
Un’attenzione particolare, ovviamente, deve essere data alla scelta dei collaboratori e dei creatori di contenuti, sia che si lavori in outsourcing o che si abbia un team dedicato all’interno della propria azienda. È infatti indispensabile affidare la creazione dei propri contenuti a professionisti che, oltre a eccellere nel loro settore specifico, abbiano anche una visione chiara del brand e della sua USP, una comprensione profonda della sua personalità e del tono da usare nella comunicazione per creare una connessione profonda con il pubblico.
Pubblico ne abbiamo?
Un altro elemento che va tenuto in considerazione, se si vogliono creare contenuti di qualità e ad alto impatto sul pubblico, è la personalizzazione. È ampiamente dimostrato che le strategie di content marketing di maggiore successo sono quelle che danno priorità agli interessi e alle necessità del target (per esempio scegliendo le informazioni di cui gli utenti hanno bisogno e che ricercano più attivamente) rispetto a quelle che si concentrano solo sulle necessità di vendita del brand.
In questo senso una grande e semplice verità che molte aziende faticano ad accettare è che nessun utente consumerà un certo contenuto solo perché il brand lo ha pubblicato né tanto meno per compiacere l’advertiser. Ogni singolo post, video, ogni immagine o articolo dovrà competere con il flusso mediatico costante che circonda ogni singolo utente. Ciò che non è interessante verrà ignorato, convertendosi automaticamente in uno spreco di risorse.
Bisogna inoltre considerare che non tutti gli utenti sono uguali: non solo differiscono per gruppi demografici e interessi, ma anche all’interno dello stesso gruppo possono trovarsi in fasi diverse del loro percorso di contatto con il brand. I risultati migliori, quindi si ottengono non solo identificando correttamente il proprio target e le buyer personas, così da poter produrre contenuti differenziati, ma anche creando contenuti diversi per utenti che si trovano in momenti diversi del “viaggio” comunicativo e della loro relazione con il marchio.
In un contesto B2B tutte queste considerazioni sono ancora più importanti, poiché i destinatari di ogni campagna sono fortemente consapevoli del valore delle informazioni che ricevono e sono propensi a interagire con il brand e a lasciare il proprio feedback, soprattutto se questo si colloca in un dibattitto significativo all’interno dell’industria di riferimento.
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