
Guerrilla marketing: 3 idee per il tuo negozio di abbigliamento
“Guerrilla marketing” è un termine un po’ abusato al giorno d’oggi, come tutte le “buzzword” che prendono piede in un certo settore e vengono associate a successi commerciali. Il motivo per cui tutti si appropriano di questo termine, oggi, è che lo si associa a un aumento delle vendite, ma spesso ci si dimentica completamente che, per poter arrivare a questo risultato, una buona campagna di guerrilla marketing deve prima concentrarsi sull’aumentare l’interesse, la risposta emotiva del cliente verso il prodotto. Il secondo elemento di grande fascinazione, ovviamente, sono i costi bassissimi. Questi sono particolarmente apprezzati da chi si occupa di retail, settore nel quale l’ottimizzazione della spesa è particolarmente importante – visto che le spese vive non possono mai scendere sotto una certe cifra. Naturalmente ogni settore specifico si presta a tecniche di guerrilla marketing diverse. In questo post ci occuperemo di esaminare le campagne di guerrilla marketing più efficaci per i retailer del settore dell’abbigliamento.
Borse brandizzate… niente di nuovo?
Se l’idea non vi sembra abbastanza eccitante e nemmeno abbastanza “guerrilla”, è perché bisogna intendersi sull’idea di “brandizzato” e forse anche di gadget. Certo, mettere il logo del retailer su una borsa di tela semplice, di quelle che si offrono ai clienti per portare via i capi non è esattamente una novità. Quello che ancora pochissimi retailer fanno è usare questi accessori per fare vera e propria pubblicità. Certo, sempre con un’estetica accattivante e pop, sempre in linea con l’identità del brand, ma comunque pubblicità. L’idea è partita da alcuni negozi dell’americana Habitat Shoe Boutique, che sulle borse ha stampato la pubblicità di una nuova collezione. Il segreto del successo di una campagna del genere è osare con un vero e proprio “advert ambulante”, ma preoccuparsi sempre di creare un gadget che i clienti non si vergognino di portare con sé quando escono, che possa diventare parte del loro outfit quotidiano e magari anche occasione di commenti e oggetto di curiosità.
Il fascino della fila (guerrilla col trucco)
Avere una lunga coda che emerge dal negozio e magari si stende fino a oltre l’angolo dell’isolato attira l’attenzione e l’interesse dei passanti. Bella scoperta, dirà qualcuno, ma come fare a far formare una fila fuori dal vostro negozio? Semplice: chiedete ai vostri amici di darvi una mano. Arruolate conoscenti, familiari e chiunque abbia voglia di dare vita a un originale “flash mob” e fate in modo da far formare una fila il più lunga possibile. Non dimenticate di invitare i media locali e di inondare i social di foto. Ovviamente non dovrà trattarsi di uno scherzo: organizzate un piccolo evento per chi è in coda. Entrando nel negozio, dovrà esserci infatti qualcosa che giustifichi l’attesa (sia di chi era al corrente del “flash mob” sia di chi si è unito al gruppo per curiosità). Un piccolo aperitivo con dj set e distribuzione di coupon di sconto, per esempio, può essere un ottimo inizio. Mettete in pratica questa iniziativa soprattutto in occasione di inaugurazioni, anniversari o date particolari (Halloween, San Valentino, etc).
Arte inaspettata
Capita sempre più di frequente che gli esercizi commerciali diventino mecenati dell’arte locale. La moda, per esempio, può legare particolarmente bene con le arti visive. Organizzare una piccola mostra nel proprio negozio, oppure in una location completamente diversa, ma provvista di un mini-punto vendita pop-up, può aiutarvi a raggiungere i clienti in un momento in cui anche emotivamente sono più disposti ad ascoltare e a lasciarsi incuriosire. Meglio ancora: fondete questo consiglio con il primo dell’elenco, e brandizzate un gadget da un lato con la vostra pubblicità e dall’altro con la pubblicità dell’evento in questione. In questo modo l’autenticità del contenuto vi aiuterà a guidare la percezione del vostro brand in direzione di una maggiore fiducia e stima, facendovi percepire non come l’ennesimo esercizio commerciale che vuole a tutti i costi vendere, ma come un elemento che arricchisce la comunità nella quale si trova.
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