Molte aziende e creativi utilizzano i video tutorial come strumento di content marketing. Il traffico video globale è cresciuto sempre di più negli ultimi anni, soprattutto sui dispositivi mobili, specialmente dopo l’avvento di TikTok. L’aspetto principale che rende i video tutorial un potente strumento di content marketing è il fattore autenticità. Le persone sono stanche di leggere contenuti autopromozionali. Vogliono invece vedere come vengono utilizzati i prodotti in situazioni reali. I video tutorial aiutano le aziende a raggiungere questo obiettivo, mostrando ai clienti come funziona realmente un prodotto, invece di descriverlo o mostrarne le caratteristiche solo attraverso le immagini.
Esempi celebri: i tutorial sono approdati anche su Netflix
Ad esempio, se un sito di e-commerce vende attrezzature per droni, potrebbe creare una serie di video tutorial sul proprio canale YouTube che mostrano i prodotti in azione. Oltre a mostrare i prodotti, gli influencer o gli autori dei tutorial potrebbero in questo modo dare consigli sulle diverse caratteristiche e sul tipo di drone più adatto a vari usi, dall’arte allo sport. Il video può poi essere linkato dalla pagina del prodotto sul sito di e-commerce, in modo che i nuovi clienti possano capire meglio cosa stanno acquistando prima di fare un ordine.
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L’esempio più eccellente in questo senso è forse quello di Nike, che alla fine dell’anno scorso ha lanciato la serie di contenuti Training Club su Netflix, proponendo diversi tipi di workout condotti da allenatori professionisti. Questo è un ottimo esempio di come il content marketing sia emerso come uno dei modi più potenti per commercializzare qualsiasi tipo di prodotto o servizio online, soprattutto quando si tratta di B2C.
Uno dei principali vantaggi dei tutorial, che li rendono particolarmente popolari, è il fatto che spesso trattano un problema molto specifico relativo al prodotto o alla categoria di prodotto, a volte di nicchia, in modo che l’utente riceva una risposta rapida e compatta alla sua domanda.
Questo strumento di content marketing offre alla tua azienda la possibilità di prendere per mano gli utenti, aiutarli in modo significativo con problemi reali e, nel migliore dei casi, dare loro la sensazione di aver risolto un problema grazie ai tuoi contenuti. In altre parole: I video sono un metodo di comunicazione perfetto per le aziende che vogliono mostrare la propria competenza. I loro clienti si sentiranno supportati e apprezzati e allo stesso tempo avranno un quadro preciso dei loro punti di forza e di debolezza.
Un errore da evitare
Una delle cose più importanti da ricordare quando si crea un video tutorial è di non confonderlo con uno “spot pubblicitario”. Ricorda che il tuo obiettivo principale è presentare la soluzione a una domanda o a un problema. Se il video calca pesantemente la mano sulla promozione del prodotto e l’invito all’acquisto e se, peggio ancora, carica la prima parte del video di questo tipo di contenuti, relegando alla fine la risposta alla domanda o al problema che è oggetto del tutorial, lo spettatore non troverà quello che sta cercando e sarà frustrato e infastidito dagli altri contenuti.
Lo scopo dei tutorial deve essere entrare in contatto con il pubblico e aiutarlo a trovare una soluzione ai suoi problemi, fornendo allo spettatore un contenuto di valore sotto forma di informazioni e consigli utili.
Sperimentare con i video live
I video live sono particolarmente utili se si vuole trasmettere un ulteriore senso di autenticità e interagire direttamente con il pubblico. Un tutorial dal vivo offre la possibilità agli utenti di fare domande e ricevere risposte in diretta, il che contribuisce a creare un rapporto con l’influencer o comunque con chi compare in video, ma anche a “umanizzare” il marchio. Creare una linea di comunicazione diretta tra il creatore del video e gli spettatori che lo guardano può avere un effetto di amplificazione potentissimo sulla strategia di content marketing, ma occorre anche fare attenzione a pianificare la ripresa al meglio e affidarsi a influencer capaci, onde evitare che “il bello della diretta” si converta in uno scivolone comunicativo.