Trasformare il sito web B2B nel più grande generatore di revenue. Si può faaaaare….(Cit.)
Quando si parla di efficacia di un sito web in termini di vendite e conversioni, di solito, si tende a pensare ad aziende che operano in ambito B2C, ovvero che utilizzano il sito per vendere direttamente ai consumatori finali. Il sito di ambito B2B viene percepito più come un “biglietto da visita”, che permetta all’azienda di rafforzare la propria identità istituzionale presso il pubblico di riferimento. Quello che pochi considerano è che anche un sito B2B possa “convertire” e generare utili, ma, soprattutto generare lead.
Si può parlare di “funnel” per un sito B2B?
In un certo senso sì, purché si costruisca una UX non solo fluida e impeccabile, ma anche significativa, memorabile, diversa dalle altre. Come sempre, quindi, si tratta di offrire valore all’utente. Uno dei più grandi vantaggi del considerare il proprio sito B2B come uno strumento attivo nella strategia di marketing è che, con un approccio strategico, è possibile ottenere risultati eccellenti con un costo decisamente basso, rispetto alla media degli strumenti di marketing online.
Come si trasforma un sito B2B in uno strumento efficace per generare lead e convertire?
Il primo passo è offrire al visitatore la possibilità di esprimere immediatamente il proprio interesse per l’azienda. Si presume, infatti, che chiunque visiti un sito aziendale lo faccia a seguito di una ricerca su un certo tipo di servizi. Lasciare che utenti con un potenziale interesse specifico passino dal sito senza lasciare traccia di sé è una perdita considerevole per qualsiasi azienda.
Un sito efficace, in questo senso, dovrebbe implementare funzioni di marketing finalizzate alla vendita per offrire fin da subito un servizio personalizzato al visitatore. Ci sono molti modi di intercettare gli utenti che visitano il sito e di analizzare il loro comportamento.
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Utilizzare semplici strumenti di analisi delle azioni on-site, per esempio, permette di sapere quali sezioni del sito funzionano meglio, quali suscitano il maggior interesse e quali invece vengono ignorate. Migliorare la performance generale del sito in base a queste informazioni è un primo passo verso la user-retention. Anche l’utilizzo di cookie per intercettare il visitatore e targettizzarlo in successive campagne può essere utile, ma in tal senso vale la pena ricordare che Google sta per introdurre un ban sui cookie di terze parti, quindi può essere utile avere almeno un piano B.
Possono bastare poche parole chiave per indirizzare l’utente verso un certo servizio o per avviare una comunicazione che si trasformi rapidamente in una lead potenzialmente utile.
Infatti un altro modo per stimolare l’interazione immediatamente è rendere disponibile un chatbot che accolga il cliente fin dal primo accesso al sito, invitandolo a fare richieste e a chiedere informazioni, per poi personalizzare l’offerta in base alle necessità del visitatore.
Questi non sono che alcuni spunti sull’automatizzazione e sul miglioramento dell’efficacia di un sito B2B come strumento di marketing e di vendita. Molte aziende continuano a sottovalutare questo aspetto, eppure è innegabile che possano bastare poche, semplici modifiche per incrementare drasticamente la capacità di un sito aziendale di generare lead. Come sempre, mettersi nei panni del cliente è il primo passo.
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